19 set 2012

Misurabilità non significa controllare un processo

Da un Thread di discussione "in alio loco"

Stavo meditando tra ordine e caos, e sono arrivato ad una conclusione: troppe persone, oggi, hanno un concetto di Ordine che coincide solo con un'area di misurabilità dei fenomeni e per il pensiero sistemico - cui in parte mi rifaccio - credo sia ritenuto un grave problema che le organizzazioni che si definiscono Ordinate devono superare.
Dalla misurabilità all'illusione del controllo il passo è breve!

L'estensiene del Background

Quando si parla di soglia del caos, mi vengono in mente gli studi sui fenomeni armonici e le trasformate di Fourier, il Caos oggi è una zona dove le variabili in gioco non sono ancora state identificate (Potete vedere il gruppo Quantitative Complexity Management in Linked In) e dove appartengono ad un rumore di fondo non sempre decifrabile.
Siamo in un'epoca in cui il background è diventato così vasto (cerco di dare la sensazione di questa affermazione: le ISO9000/UNI29000 hanno ampliato la zona di background inserendo nel sottofondo ambientale della vita aziendale anche tutta una vasta area di inconvenienti che normalmente appartenenvano alla zona della mente "Fai attenzione!") che alcune perturbazioni che nei tempi passati (anche solo 40 anni fa) sarebbero appartenute all' "indecifrabile/non percepibile" oggi sono considerate perturbazioni di sistema.
 

Razionalità contro Logica

(Spiego qui perché contrappongo razionalità e Logica)
Quando analizziamo la realtà abbiamo in compenso la tendenza a utilizzare le armoniche che ci paoino più utili e ad escludere quelle che invece non sappiamo gestire. Questo modo di agire è ciò che io chiamo il pensiero razionale, il quale si muove solo nell'area del dimostrabile, ed io lo contrppongo al pensiero logico che desidera per sua natura inglobare ogni possibile indimostrabilità come appartenente al sistema stesso, perché il sistema esiste indipendentemente dalla sua misurabilità.
In questa dicotomia, ho inserito uno strumento sulla zona di confine che è "il Paradosso", un'area dove alcune regole sono valide ma provocano contraddizione in ciò che consideriamo asserzioni ortodosse.
Ma il paradosso comunque, nella mia visione, sta sul limite di ciò che è comprensibile e non di ciò che è semplicemente enunciato. Il pensiero razionale si nutre di enunciati.
Mi è difficile pertanto accettare ad esempio come metafora del confine tra ordine e caos le teorie che partono dal campo delle affermazioni (o postulati) aprioristiche ed oggi nel caos della mente razionale Occidentale e della crisi del sistema delle dimostrabilità l'inquinamento delle affermazioni aprioristiche è ormai quasi completo. Restano pochi difensori del pensiero logico e molti, troppi vagolatori del pensiero razionale: vagolano perché necessitando di affermazioni e postulati, facilmente cadono preda di teorie inconsistenti che poggiano su postulati assolutamente nominali, quale ad esempio tutta la congerie di affermazioni basate sul concetto di Energia in cui in tale vocabolo vengono fatti confluire e congiunti concetti assolutamente non congrui, quali: "eccitazione della mente", "energia come definita in fisica" e altri fenomeni che avvengono in presenza di energia come "vibrazioni" etc.

Gli Esperti: paladini della Sindrome del Controllo.

In tutto questo caos (non caos nell'accezione già citata, ma nel caos del pensiero), entrano in gioco gli esperti. Io, peronalmente, sono del parere che anche solo enunciare la parola "esperto" si entri in un area di rischio: gli esperti sono gli alfieri della razionalità, della misurabilità, della sindrome del controllo. In quella discussione avevo usato M. Monti come unico esempio, ma era un colpo basso poteva essere un ragionamento induttivo e me ne sono scusato, ma era ed è comunque un caso embelmatico ed eclatante.
Cosa è un esperto? E' esperto a quale livello? nella mia vita ho incontrato molti esperti e lo erano sempre solo fino ad un certo meta-livello, cioè solo fino ad un certo piano degli infiniti livelli che compongono un problema ad esempio di tipo aziendale:
  • il sintomo
  • la causa
  • il sistema che genera la causa
  • lo spirito nel team dove si lavora
  • la relazione tra le persone
    • il significato di soddisfazione di chi lavora
    • il riconoscimento del ruolo di ogni persona
  • il significato che la qualità ha nell'azienda
    • prodotto
    • servizio
  • il posizionamento dell'azienda nel mercato
  • etc.
Ma la loro expertise si fermava sempre ad un numero limitato di variabili e di livelli e si perdevano quasi regolarmente il plot generale.

Conoscenza verticale Vs Conoscenza trasversale

Se la profondità di conoscenza in un ambito può essere strumentalmente proficua, la incapacità di muoversi a lato è spesso un limite quasi insopportabile per far fare un balzo in avanti ad un'organizzazione di qualsiasi genere.
Spesso nella sofferenza e nel languire di certe organizzazioni ed aziende si rintraccia un DNA cellulare, con un destino di replicazione e di funzionalità definite ineluttabile. Manca cioè la visione di un organismo, di una entità cioè che oltre a mettere in moto meccanismi deterministici, sia anche in grado di affrontare l'inatteso e di metter in campo azioni molto più complesse di quelle di una sola cellula. Le prassi nelle organizzazioni spesso sono più delle risposte meccaniche a sollecitazioni dirette. E' importante mettere in campo processi evolutivi dettati non soltanto da queste sollecitazioni, ma anche da percezioni a lato, è importante introdurre nuove prassi che tengano conto di queste percezioni: è importante avere nelle organizzazioni persone in grado di cogliere ciò che è apparentemente marginale.
I processi evolutivi infatti nascono dalla sopravvivenza apparentemente casuale di prassi nuove. Queste hanno maggiori prob abilità di successo se riescono a tenere conto del caos e del rumore di fondo.
Ma noi siamo sempre più propensi a credere nel Lamarckismo che nel Darwinismo: il Darwinismo è sistemico - tutto può contribuire alla modificazione della specie testando i singoli - , il Lamarckismo è lineare e razionale, induttivo - ogni sinbgolo si trasforma, basta volerlo!-

Io non ho dubbi con quale stare.