24 feb 2012

I primi 100 giorni di Monti: sono tutti completamente pazzi! (o idioti?)

Ho appena ascoltato su Tg24 (so benissimo di chi è) una serie di interviste sui primi 100 giorni di Monti.
 Sono sempre più preoccupato: tutti sono contenti (salvo Cirino Pomicino che si guadagna un mio "mi piace") che l'Italia abbia guadagnato credibilità all'estero.
Ma a che costo?

Il PIL a peripatetiche
Abbiamo in 6 mesi perso il 1.3% di PIL e siamo quindi in una recessione pesante, il pareggio del bilancio che sarà dopo la fine del governo Monti (non so perché ma mi viene in mente G. Prina) è un'illusione mentre la recessione dell'Economia vera è una realtà già adesso: c'è chi dice che la recessione reale è già del 3% se viene valutata al netto di drogaggi economici e sono propenso a credere che sia anche più alta al netto degli ammortizzatori sociali che sono costi sociali che alzano il PIL permettendo spesa.

Si parla delle difficoltà dei lavoratori a reddito fisso, che invece per il momento non hannno alcun problema. Chi ha problemi sono quelli a reddito labile, dai giovani ai 50enni a P. IVA, di costoro nessuno (salvo Cirino Pomicino) ne parla eppure molti di costoro sono dententori di tecnologie e di quello di cui  tutti si riempiono la bocca: il Know How e stanno andando alla deriva con le loro conoscenze e con il senso di abbandono e frustrazione!

La maschera della Morte Rossa (ovvero la PA non si sta accorgendo di nulla).
Risparmi reali su scala nazionale non ne sono stati fatti per l'immediato, ma solo per il futuro. I privilegi sono ancora garantiti a tutti salvo a farmacisti e a taxisti (spero che una sera la moglie di Monti non debba andare in taxi a comprare un farmaco salva vita a suo marito).
La PA (e Monti nemmeno) non ha ancora nemmeno iniziato a pensare di ridurre l'organico o di ridurre i costi.

Evasori fiscali cattivi ed evasori fiscali buoni
L'unica cosa che si pensa di fare è di colpire gli evasori e di portare i 60 miliardi di € dalle tasche di privati a quelle dello Stato: pensate sul serio che Monti & Co le impiegheranno meglio di coloro che le avevano in loro possesso? Che creeranno ricchezza con quei soldi? Ditemi di Sì e mi farò una bella e sonora risata. So che a livello di giustizia sarebbe importante, ma a livello di economia sarebbe un ulteriore colpo verso la recessione.

Un baluba dell’IDV ha persino affermato che il meridione è una sorgente di ricchezza per l’Italia, basta fare detrazioni fiscali, abbuoni previdenziali, finanziamenti per l’industrializzazione e assunzioni a tempo indeterminato. Costui non ha nemmeno pensato che  trovarsi a fare impresa in quelle condizioni è praticamente come essere degli evasori fiscali, solo che lo si è in modo ufficiale.

Ieri avevo paura, ma oggi...
Ma se queste sono le idee che girano nella testa dei nostri esperti politici, ieri ero forse spaventato, oggi sono terrorizzato. Questi idioti sono esperti di politica o meglio di demagogia da vendere alla CGIL e alla Merkel, ma di economia non capiscono assolutamente nulla. Anzi sono pericolosissimi, perché confondono oneri con guadagni, scambiano debiti verso il futuro per opportunità, confondono moneta e debito pubblico con PIL e anche i consumi dello stato con ricchezza economica.

Sono dei pazzi, anzi no sono degli imbecilli totali a cui si dovrebbe impedire di accedere ancora solo per un giorno ai seggi parlamentari dove vanno a fare voto di scambio contro speranza e sicurezza ma che in realtà preparano la povertà di domani pomeriggio.

La criminalità organizzata
Per fortuna non hanno ancora parlato di lotta alle mafie: quelle almeno fanno utili con il loro Export; quelle sì contribuiscono al bilancio commerciale dell'Italia con l'estero, sono un lato sano dell'economia nazionale.
Pensate che trovano anche mille modi di pagare tasse volontariamente sui loro introiti: il giusto modello di Italiani veramente civili, nessuno li obbliga a farlo, ma loro fanno lo stesso il loro dovere di cittadini con il fisco!

Dimenticavo!
L'Art. 18 non si tocca! Questo rende l'Italia un paese dove è interessante investire!

22 feb 2012

Il mio Voto al Governo Monti

Il mio voto al governo Monti è: se penso ai danni che sta facendo all'economia 10, se penso alla sua capacità di guidare una nazione 3.
Ho già scritto un po di cose sul mio blog e continuo ad essere molto preoccupato del suo stile finanziario monetarista che, per chi non è esperto, sta al capo opposto, come approccio al buon andamento di uno stato, dell'approccio economico.

Gli Idioti che si appagano della Stampa Estera!
A tutti coloro che utilizzano, come riprova della qualità o della scarsezza di un'azione di governo, la stampa estera chiedo se credono veramente che i giornali stranieri possano approvare un'azione dura dell'Italia nei confronti loro? Facciamo un'ipotesi: Berlusconi invece di appoggiare l'attacco alla Libia, avesse invece mandato dei caccia a difesa di Gheddafi. Noi avremmo avuto del petrolio a più basso prezzo e la Francia e l'Inghilterra avrebbero aggredito Berlusconi, forse sarebbero riusciti persino a provare che è collegato al gruppo Odessa. Questo non avrebbe fatto di lui un nazista, ma un oppostiore delle politiche espansioniste di tali paesi.
Non dimentichiamoci che anche se siamo all'interno della UE, l'espansionismo nazionale esiste ancora, anche a scapito delle nazioni "sorelle".
Quindi piantiamola di fare da cassa di risonanza a chi ci vuole più deboli: siamo una nazione di pavidi e servi dei potenti, ma che, pur di fare dispetto alla parte politica avversa, fanno anche da portabandiera degli interessi delle altre nazioni, una cosa proprio da Idioti che accade in continuazione in Italia e la cui vera ragione è: ci vergognamo di ciò che ci dicono che siamo perché sappiamo perfettametne di essere sempre in bilico tra il chiaro e lo scuro.
Il debito pubblico.
Monti è legato a chi vuole che l'Italia restituisca subito il suo debito verso l'estero, e non a chi vuole che l'Italia ritorni ad essere una nazione prospera e forse ce lo chiedono non perché ci vogliano abbattere, ma perché, temo, ci credano più alla nostra capacità di ripresa.
Ergo, è vero che stiamo diventando credibili monetariamente, ma stiamo distruggendo l'ultima industria ancora disponibile sul patrio suolo con tasse e completa inazione sul piano produttivo. Sapete che nel PIL c'è una percentuale altissima di fatturato relativo a affari verso lo Stato, e questa parte non è propriamente produzione ma spesa?
E' esattamente questo che vogliono i supporter di Monti?
Nulla, assolutamente nulla, è stato fatto invece per perequare i privilegi della classe impiegatizia statale e ssimilabili al reale stato dell'economia italiana: non un taglio né di posti né di stipendi, non una rettifica alle "pensioni baby", non una riduzione di privilegi o una internalizzazione degli oneri (pensiamo agli affitti vantaggiosissimi di molti dipendenti dello stato ad esempio).
L'alternativa a Monti
C'è un'altra possibilità di scelta: mettere al governo quelli che aumenterebbero la spesa pubblica, o quelli che metterebbero sulla forca i disonesti. Siamo sicuri che proprio costoro sapranno governare?
Allora se nessuno di questi va bene, chi sceglieremo la prossima volta alle elezioni (sempre che ci saranno ancora)?
Il problema non è quindi chi è al governo, ma il modo con cui possiamo dirigere la politica parlamentare: non ne abbiamo la minima possibilità, perché siamo ormai in quello che Pannella (che non amo per nulla) chiama partitocrazia.
  • Siamo governati da un teorico della finanza monetaria (cioè del gruppo di coloro che scommettono contro l'economia)
  • Abbiamo un parlamento di vassalli di segreterie politiche/gruppi di interesse (non importa il colore, perché fondamentalmente sono gruppi di potere affaristico e non più ideologico), e costoro sono scelti tra coloro che urlano più forte e non tra coloro che sono capaci
  • I ministeri funzionano secondo l'umore dei suoi dirigenti che agiscono indipendentemente dal volere del governo (salvo forse solo ora con Monti che è un vero potere forte)
  • Abbiamo una magistratura che fa principalmente di tutto ma non il lavoro che una nazione civile si aspetta
  • Abbiamo delle banche che non possono fallire e nemmeno rimuovere i dirigenti che possono averle danneggiate
  • Abbiamo una classe intellettuale che si occupa di tutto (finanziamenti, fama locale, cadreghe, politica, etc.) salvo di generare continuità nella cultura (che tra due decenni sarà ormai completamente sparita)
  • I giornalisti ormai non fanno più giornalismo e non esercitano più il controllo dell'operato dei poteri forti, ma ne sono diventati servi fedeli e accondiscendenti.
Ma ci credete veramente che il nostro sia un paese civile? forse solo per quella parte di Italiani che ancora riescono a mantenersi corretti gli uni con gli altri, per coloro che fanno le code e che si fermano ai semafori. Su quelli possiamo ancora contare.
Homo novus
Siamo in realtà un passo già oltre il baratro. Siamo passati dall'epoca dell'homo novus Caio Mario (il Berlusca) all'epoca dell'aristrocratico Silla.
Andate a rileggere la storia di Roma repubblicana per sapere cosa accadrà nei prossimi venti anni!                   
          

16 feb 2012

Dietro il messaggio di Repubblica

Sono in treno e sto guardando la testata di Repubblica di oggi, parla di riforma fiscale e di Ici alla Chiesa. Raramente entro in contatto con Repubblica, e quasi mai sono d'accordo con la sua linea. Non è tanto quello di cui scrive, ma il modo con cui presenta le sue idee. Ciò di cui parla, come in questo caso sono cose sacrosante, nessuno pone in dubbio che la chiesa debba pagare l’ici, e io sarei anche per farglielo pagare anche sulle sue Onlus, tanto di giri di soldi dietro ad ogni attività non lucrativa ce ne sono sempre.
Ma tornando al punto primario, non mi piace mai come Repubblica presenta le notizie. Il senso che si respira è quello di chi sa di essere nel giusto, di rappresentare il bene e di poter chiedere la testa di chiunque sia in quel momento sotto attacco. Insomma il vecchio giustizialismo giacobino vestito di una patina di intellettualità. La scuola, del resto e per chi la sa riconoscere, è quella staliniana, la stessa di D’Alema che, tra tutti i politici italiani è il solo che abbia sempre saputo trasmettere ogni sua idea lasciando la sensazione che, chiunque non pensi come lui, deve essere o un farabutto o nel migliore dei casi un idiota: Franceschini e Bersani per questo aspetto, sono solo sue pallide ombre.
Poi la mia vista - che normalmente non percepisce la pubblicità e la cancella automaticamente – si sofferma sull’ultima pagina, un’ultima piena pagina e si rende conto di cosa c’è raffigurato. A piena pagina (scusate la ripetizione, ma vorrei trasmettere il mio stupore del momento), c’è la figura di un giovane in gessato blu; ma non un giovane intellettuale, bensì un giovane della società bene, sicuro di chi è e sicuro di ciò che rappresenta quando si trova in pubblico, un pubblico ovviamente molto scelto.
E qui il  mio cervello si mette in movimento e si rende conto che la pubblicità è di Ralph Laurent!
Nulla contro quel bel vestito e l’orgoglio statico di giovane per bene che esso rappresenta, ma mi lascia assolutamente stupita la sua presenza su Repubblica; poi mi affiora un pensiero indistinto e mi rendo conto del messaggio implicito che quell’immagina lascia sottilmente affiorare.
Mi metto nei panni dell’editore e mi faccio cogliere dal timore che Ralph Laurent smetta di pagarmi la pubblicità sul mio quotidiano: mi troverei costretto a chiedergli di farla io gratuitamente.
Quella sicurezza, quel mito che questo giovane rappresenta, quell’aria da nobile cavaliere del XXI secolo, erede di una cultura che proviene dal razionalismo e dal materialismo dialettico del XIX e XX secolo, ben si abbina con le emozioni di chi freme di sdegno di coloro che leggono le mie righe.
Esso rappresenta quella certezza immobile ed assoluta di coloro che leggono Repubblica.
Quel vestito gessato e quell’atteggiamento sono i miti del lettore di Repubblica, che apprezza moltissimo sapere che il suo giornale gli dedica una pubblicità così!