24 giu 2011

Veronesi ha distrutto il mito Veronesi

Questo post è da modificare, non sono più particolramente d'accordo con quanto ho scritto. La posizione polemica e paradossale di Veronesi è stata amplificata da una pessima stampa.

Ho soltanto letto qui e là cosa ha detto Veronesi stamattina: "l'omosessualità è una scelta consapevole e più evoluta. L'amore omosessuale è quello più puro"; qualsiasi sia la versione corretta penso che sia già molto dichiarare la sua affermazione: "molto dubbia".

Non so da quale malinconica storia affettiva provenga, non so quali esperienze e relazioni con l'altra metà del cielo, il sesso femminile, possa aver avuto anche in tempi recenti: le mie hanno spesso attraversato momenti difficili e forse questo è uno di quelli. Nonostante in questo momento sia in piena sofferenza, vedo nelle donne quei "difetti di fabbricazione" che sono anche i loro pregi, le cose che le fanno soffrire come la dedizione, e molte sono le cose meravigliose di questo mondo che stanno alla base dell'amore al femminile.

Conosco tante donne, le conosco bene, forse meglio di quanto esse stesse non credano. So che ce ne sono molte che sono disposte a prostituirsi nelle forme più svariate, che vanno da quella blanda del semplice istintiva ricerca di sicurezza a coloro che ne fanno uno strumento di potere (e fin qui tutto bene) fino a quelle che sono solo alla ricerca di una orgasmica adorazione lasciva del maschio ormai drogato di sesso e nullità.
Ma so anche che la maggior parte, alla ricerca di uomini che non ci sono più, stanno soffrendo; sperano nel caso o nella congiuntura favorevole, che uno degli ultimi esemplari volti l'angolo e si riveli come tale. Ma questo non accade, perché uomini veri ormai sono quasi estinti qui da noi.

Non so quali donne abbia incontrato Veronesi e non so chi lo frequenti in questo suo momento di gloria. Ma non credo che tutte le donne meritino quello che egli ha affermato.

Sull'altro lato della terribile offesa mi sento io che sono un essere umano e sto lottando per portare a casa un guadagno che sia decente, sono un essere pensante, sono dotato anche di intelligenza e se lotto duramente per trovare una dimensione e un guadagno, mai dimentico che sono un uomo, che sono soggetto ad un divenire e sono orgoglioso della lotta che conduco, per il breve periodo che mi è concesso. Non amo l'assoluto e non amo il grande ideale imperituro. Mai dimentico che non sono eterno e che non sono immanente. Non ho crisi di onnipotenza come quelle di cui soffre in questo momento l'illustre: non credo nel destino di una razza superiore, l'uomo, e se c'è l'intelligenza, c'è anche la caducità del corpo che segna il destino di questa razza talvolta così presuntuosa.

Se fossi immanente non ci sarebbe nessun orgoglio nella lotta, non ci sarebbe nulla di umano nella sconfitta, non ci sarebbe nulla di glorioso nella vittoria, nulla di eroico nella sopravvivenza.

Preferisco appartenere ad una specie che lotta per sopravvivere e per riprodursi, per trasferire quello che ancora rimane di civile, etico e profondamente umano ai miei figli e nipoti, cose come la morte, la vita il rinnovamento della vita nelle generazioni successive. Ritengo che questo sia il vero amore, questo il vero destino dell'uomo.

I vari Veronesi saranno presto dimenticati nella loro presunzione di esseri superiori, anzi forse sono già stati dimenticati, ovunque, salvo che in Italia: è uno dei mille miti di cui vive l'Italia! Una delle mille bocche della verità alla ricerca di una consenso fatto di affermazioni che il nuovo benpensantismo non oserebbe contraddire.

Non amo l'Italia di adesso, non amo l'Italia del prossimo futuro, fatto di gente che cerca di allinearsi con i "nuovi Buonisti", un'Italia che sembra fare da spettatrice di un assurdo spettacolo di rovina e decadenza i cui principali protagonisti sono proprio quelle persone che assistono inerti a quello che credono essere lo spettacolo di altri.

Svegliamoci, siamo sull'orlo del baratro e idiozie come quella di Veronesi non fanno che peggiorare il pensiero latente che gira nelle menti di coloro che dovrebbero fungere da intellettuali di questo paese.


Mi sento ancora di alzare il mio motto disperato:
INTELLETTUALE? NO, GRAZIE!!!

Nessun commento:

Posta un commento