22 dic 2010

Walkie Talkies

Me ne sono partito a mezzanotte, proprio un sabato notte in cui la Bergamo - Milano era chiusa per i lavori della quarta corsia; mio padre oramai era agli ultimi, lo avrei saputo dopo: mancavano solo cinque giorni alla sua morte. E mentre la mia mente vagava libera di scegliere su cosa soffermarsi, ho ripensato a mia madre e al difficile sistema di intercomunicazione che avevamo messo in piedi alla Perara (la casa di famiglia in collina sopra Verona) tra il piano terra dove normalmente stavamo noi e mio padre, a letto al primo piano, basato sui Walky talkies (WT). Il sistema era complicato perché mia madre non riusciva ad adattarsi a quello strano telefono che per funzionare ha bisogno di un pulsante premuto. Quando lei comunica con gli altri nella vita normale lo fa in teoria a due vie, è in grado cioè di parlare ed ascoltare. L'WT invece ti permette di scegliere quando parlare e quando permettere all'altro di dire la sua.

In realtà mia madre non riesce ad usare il WT perché la sua comunicazione è monodirezionale, della risposta dell'altro non si interessa, soprattutto quando, come in quel frangente, è sotto terribile stress.

Poi mi sono guardato in giro, la strada statale è un po' trafficata, devo stare attento a non finire a Gorgonzola. E la mia mente vaga; è così che inevitabilmente mi metto a pensare anche alla nostra situazione, a quella italiana intendo, e mi rendo conto che esistono "democrazie telefono" (a due vie, dove entrambi possono parlare) esistono "democrazie megafono" (monodirezionali) ma non esistono praticamente "democrazie WT", dove una parte decide di lasciare all'altra il diritto di parola.

Uno strano buco tecnologico!
(Da un post del 31/05/2006)
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